Uno studio dell’università Tor Vergata spiega come siamo cambiati durante questo periodo di quarantena: 

il 48% combatte lo stress col cibo

il 3% ha smesso di fumare

Ma come siamo stati chiusi in casa?

Ansia per il lavoro e la salute sono stati ovviamente compagni di quarantena. «Ma non ai livelli che ci saremmo aspettati. Anche in una situazione così difficile, fra le mura domestiche siamo riusciti a ritagliarci un notevole spazio di comfort» osserva Laura Di Renzo, che insegna nutrizione clinica e nutrigenomica all’università di Roma Tor Vergata ed è grande esperta di dieta mediterranea. Ha condotto con il direttore del dipartimento di biomedicina e prevenzione, Antonino De Lorenzo, lo studio “Eating habits and lifestyle changes in Covid 19 lockdown”.

Con una ricerca su 3.500 persone, lo studio ha scavato fra i nuovi ritmi di sonno, cibo, sesso, movimento ed emozioni che ci sono instaurati nelle nostre case.

I lati positivi

«Dormiamo di più, non abbiamo ridotto l’attività fisica, cuciniamo spesso e volentieri, consumiamo meno cibi spazzatura» sono i lati positivi del confinamento, riassume Di Renzo. La ricerca di conforto, in realtà, prende spesso la strada del frigo: il 44% degli intervistati ha un appetito superiore alla media, il 48% cura l’ansia con il cibo e uno su due è aumentato di peso. In compenso il 3,3% dei fumatori ha sfruttato la paura del coronavirus per spegnere l’ultima sigaretta. Chi non praticava sport, non ha certo colto l’occasione per iniziare. Ma chi prima ci riusciva solo in modo saltuario, ora ha più tempo per gli esercizi da fare in casa, anche con pesi, attrezzi e fantasia nel corpo libero. La percentuale di chi si allena 5 o più giorni a settimana è passata dal 6 al 16%.

Il quadro insomma è in chiaroscuro. Non poteva essere altrimenti. «Ma temevamo risultati peggiori», spiega Di Renzo. L’uso di farmaci per combattere l’ansia è intorno al 4%. Il 54% alla domanda “ha paura di ammalarsi?” replica “per niente”. Stessa risposta per il 30% delle persone cui viene domandato “ti senti ansioso?”. Il 40% non ha un filo di depressione. La stessa percentuale delle coppie chiuse in casa non ha avuto alcuna ripercussione negativa sul rapporto con il partner. Il bicchiere, alla luce di questi dati, può essere visto come mezzo pieno o mezzo vuoto: il 70% soffre pur sempre di una forma più o meno grave di inquietudine. La prima preoccupazione per loro (53%) è l’economia, insieme con il lavoro. La salute spaventa solo il 41% degli intervistati. «I dati comunque ci danno un’immagine di resilienza, soprattutto se confrontati con i quadri di ansia generalizzata rilevati in altre nazioni. Speriamo che la mancanza di paura non ci faccia adottare comportamenti imprudenti, quando usciremo».

L’emblema del ritrovato rapporto con il focolare domestico è la voglia di cucinare. E soprattutto di impastare. «I cibi che abbiamo visto aumentare di più sono dolci, pane e pizza fatti in casa». Non è un caso che farina e lievito siano scomparsi dagli scaffali all’inizio del lockdown. «Anche gli uomini, i giovani o i single abituati a nutrirsi al ristorante o con piatti pronti hanno scoperto il piacere di preparare il proprio cibo». Il 15% degli intervistati non si accontenta dei supermercati ma si rivolge a contadini o gruppi di acquisto biologici per frutta e verdura. Meno del 10% si è fatto recapitare pizze o pasti pronti. Il consumo dei prodotti dei campi non è diminuito nonostante le enormi difficoltà della filiera agricola. A calare invece sono stati snack salati, merendine, carne processata, bevande gassate e zuccherate. «Con uno speciale indice – spiega Di Renzo – riusciamo a misurare l’aderenza alla dieta mediterranea. Durante il confinamento non c’è stato un peggioramento. Anzi, con grande sorpresa ci siamo accorti che i più attenti a mangiare bene sono stati i giovani della fascia 18-30 anni».

Se contro il virus dovremo affrontare nuovi round, d’altra parte, è importante non farsi trovare in cattive condizioni. «Al peso dovremmo stare più attenti» spiega Di Renzo. «Perché le cellule adipose rilasciano nel corpo fattori infiammatori. Sono gli stessi fattori che contribuiscono alla tempesta scatenata dal sistema immunitario nei casi molto gravi di Covid». Frutta, verdura, fibre e antiossidanti, olio d’oliva, pesce anche in scatola, cioccolato fondente e frutta secca sono invece ingredienti salutari per il sistema immunitario. «Così come yogurt, latte acido o cibi fermentati. È forte invece l’impatto negativo dello zucchero, che andrebbe ridotto il più possibile se non eliminato». Passi la torta fatta in casa, quindi, ma verrà squisita anche se è un po’ meno dolce.

(Fonte La Repubblica 5 Maggio 2020)

Per aiutare il tuo organismo a disintossicarsi può essere utile DETOX BIO di Salus: depurativo, drenante, antiossidante.

Detox Bio di Salus è a base di 16 piante e con vitamina C naturale per favorire l’eliminazione delle tossine

• Ortica, cardo mariano, carciofo per le funzioni depurative
• Betulla, tarassaco, ortica e tè verde per un effetto drenante
• Vitamina C naturale da acerola, curcuma, tè verde per un effetto antiossidante
• CON BETULLA: per un maggior effetto drenante!
Confezione da 250 ml